Quando abbiamo deciso di chiamarci QUARTOPIEMONTE e raccontare la nostra storia ai primi amici, tutti ci chiedevano il perché di questo nome. Per chi ama lo sport, per esempio, il quarto è il primo degli esclusi, e ciò generava un po’ di timore.

Ebbene si. Noi abbiamo scelto di rivendicare orgogliosamente questa posizione di Piemonte “ancora fuori dal podio”, perché, come il Quarto Stato di Pelizza, anche la nostra terra non è ancora ben rappresentata nell’immaginario dei viaggiatori. Non siamo il Piemonte dei Laghi, delle Langhe e di Torino. Siamo il quarto lato del Piemonte, quello ancora poco esplorato. Ma anche per questo rimasto autentico e umano, artigianale, a-tipico e pronto a sorprendere.

Siamo poi una terra di confine, dove si incontrano quattro regioni e quattro province. Lo si vede dalla grande biodiversità che caratterizza i nostri luoghi e lo si sente nella contaminazione dei nostri piatti, che mischiano l’aià di influenza ligure con i risotti oltrepadani. Risuona nei nostri dialetti, che i milanesi confondono con l’emiliano e i piemontesi con il lombardo. Così il QUARTO è diventato il nostro modo di essere.

Anche il grande Airone nella primavera del 1942 arriva quarto al Giro del Lazio. Ma a novembre stabilisce il record sulla pista del Velodromo Vigorelli di Milano. Un record raggiunto in condizioni surreali, con la città sotto i bombardamenti, e che è rimasto imbattuto per 14 anni.

Come Coppi, anche noi non partiamo primi. Ma come lui ci stiamo allenando per diventare dei veri campioni.